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Santa Severina - La nave di pietra
Sito storico-culturale
di Santa Severina
santaseverina.eu
Questo
suo
passato,
queste
radici
culturali
rimaste
vive
nei
secoli,
hanno
continuato
a
produrre
i
loro
effetti
anche
nei
tempi
moderni
assegnando
a
Santa
Severina
un
ruolo
di
assoluta
preminenza
nel
marchesato
crotonese.
Dopo
l'unità
d'Italia
eminenti
scienziati
come
Diodato
Borrelli
e
Nicolò
D'Alfonso
rinverdivano
coi
loro
studi
quella
tradizione
culturale
che
intanto
traeva
linfa
vitale
dal
glorioso
Ginnasio,
uno
dei
primi
in
Calabria,
integratosi
poi
in
Liceo,
punto
di
riferimento
primario
per
le attività culturali nella provincia.
Dr. Francesco De Luca
Questo
consolidato
sistema
di
autonomia
e
di
libertà
viene
scosso
ed
abbattuto
da
Federico
d'Aragona
quando,
con
regio
decreto
del
14
Ottobre
1496,
concede
in
feudo
ad
Andrea
Carafa
futuro
luogotenente
del
Regno
e
suo
eroico
generale,
la
nostra
città.
E
si
spiega,
dati
questi
precedenti,
la
riluttanza
e
la
fiera
opposizione
dei
santaseverinesi
a
farsi
infeudare.
E'
quello
il
periodo
degli
assedi
e
della
resistenza
ad
oltranza
prima
che
Santa
Severina
piombi
nella
servitù
feudale,
aggravata
dall'ira
di
Andrea
che
si
vendica
confiscando,
uccidendo,
oppri-
mendo.
Morto
Andrea
senza
figli
gli
subentra
il
nipote
Galeotto
che
interviene
col
suo
patrimonio
per
alleviare
lo
stato
di
miseria
in
cui
versa
la
popolazione
e
costruisce
nel
Castello
il
Belvedere
ricavato
nello
spazio
interposto
tra
i
due
bastioni
del
lato
orientale.
Dopo
i
Carafa
saranno
i
Ruffo,
gli
Sculco
e
i
Grutther
ad
avere
in
feudo
Santa
Severina.
Il
1806
venne
abolita la feudalità.
Nell'800
Santa
Severina
è
uno
dei
tanti
paesi
meridionali
che
vive
supinamente
prima
sotto
i
Borboni
e poi nell'Italia unita.
Ad
affrettarne
l'irreversibile
stato
di
decadenza
contribuisce
il
tremendo
terremoto
del
1783
che
riduce
un
cumulo
di
rovine
il
Rione
Grecia
tanto
da
provocare
da
Parte
dell'Arcivescovo
Pignataro
la
chiusura di quella parrocchia.
Dopo il terremoto in Rione Grecìa.
Foto: Prof. Pino Barone
Nel
1950
si
celebra
in
Piazza
Campo
il
varo
della
riforma
agraria
che
affranca
i
nostri
braccianti
e
li
inserisce
nel
nuovo
processo
di
sviluppo
dell'Italia
risorta
a
democrazia
dalle
rovine
della
guerra.
Questa
in
breve
sintesi
la
storia
ricca
di
avvenimenti
lieti
e
tristi
quasi
tutti
documentati
ma
a
volte
incerti,
avvolti
da
un
alone
di
mistero,
dipanatisi
in
oltre
due
millenni
e
che
hanno
visto
protagonisti
re
e
principi,
strateghi
e generali, conti e duchi.