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Santa Severina - La nave di pietra
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di Santa Severina
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Storia dell'Arcidiocesi
La
Metropolia
di
Santa
Severina
fu
istituita
verso
la
fine
del
IX
secolo
per
motivi
di
ordine
geografico,
politico-amministrativo,
militare,
religioso.
Santa
Severina
e
le
sue
suffraganee
(Cerenzia,
Umbriatico,
Belcastro,
Isola,
Strongoli
ed
infine
San
Leone),
scaglionate
nei
punti
strategici
della
Presila
e
della
costa
ionica,
servivano
a
rafforzare
il
sistema
difensivo
della
Calabria.
Il
primo
Arcivescovo
fu
Giovanni,
citato
in
una
iscrizione
trovata
nel
Battistero,
poi
una
serie
di
prelati
che
seguirono
il
rito
greco
per
alcuni
secoli.
L'ultimo
Arcivescovo
greco
fu
Bartolomeo
II
(1234-
1254);
il
primo
latino
Nicola
da
San
Germano
(1254-1262).
Poi
la
decadenza lenta ma inesorabile.
Tra
gli
Arcivescovi
più
importanti
del
periodo
bizantino
ricordiamo
Stefano
(970),
del
quale
parla
la
vita
di
Sa
Nilo
da
Rossano;
Ambrogio
(1036),
che
fece
costruire
la
vecchia
cattedrale
(ora
chiesa
dell'Addolorata)
e
il
vescovato
annesso;
Costantino
(1099),
che
partecipò
ai
Concili
di
Guastalla
(1105)
e
Romano
(1112)
in
obbedienza
agli
impegni
assunti
dal clero nel Concilio di Melfi.
Ricordiamo
ancora
Meleto,
il
destinatario
della
bolla
di
Lucio
III
del 1184.
Carmine
Falcone
(1743-1759);
Antonino
Ganini
(1763-1795),
che
rifece
la
cattedrale
dopo
il
terremoto
del
1783,
dotandola
di
nuova
e
più
ricca
suppellettile;
Alessandro
Maria
De
Risio
(1872-
1896)
che
fece
costruire
a
sue
spese l'acquedotto della Petrirta.
La
Metropolia,
con
bolla
del
7
giugno
1818,
fu
privata
delle
suffraganee,
che
vennero
addirittura
soppresse.
Solo
Cariati
restò
unita
a
Santa
Severina.
Tra
gli
Arcivescovi
de
primi
anni
del
secolo
scorso
bisogna
ricordare
Carmelo
Pujia
(1905-1927).
Alla
morte
di
Mons.
Antonio
Galati
(1927-1946)
venne
chiamato
a
reggere
l'Arcidiocesi
Mons.
Pietro
Raimondi,.
Intanto,
il
7
giugno
1952
la
Metropolia
venne
soppressa.
Durante
le
rivolte
del
Centelles,
sotto
il
regno
di
Alfonso
il
Magnanimo
e
del
figlio
Ferrante,
il
Marchese
di
Crotone
venne
catturato
a
Santa
Severina,
proprio
nella
sacrestia
della
Cattedrale,
complice
il
Vicario,
che
era
della
famiglia
del
Mojo
(1466).
Qualche
anno
dopo,
Enrico
del
Mojo,
abate
del
monastero
Calabro-Maria
di
Altilia,
salirà
sulla
cattedra
metropolitana
(1483).
Altri
tempi
duri
per
Santa
Severina
e
la
sua
chiesa
quelli
dell'infeudazione
della
cittadina
al
Conte
Andrea
Carafa
(1496),
che
produsse
danni
irreparabili, miseria e fame.
Fra
i
prelati
di
Curia
si
distinse
Giulio
Antonio
Santoro
di
Caserta
(1566-1572),
il
quale
passerà
alla
storia
della
Chiesa
come
il
Cardinale di Santa Severina.
Dopo
il
Concilio
di
Trento,
Alfonso
Pisani
(1586-1623)
ricostruì
ed
abbellì
la
cattedrale
dotandola
di
molti arredi sacri e suppellettili.
Fausto
Caffarelli
(1624-1651)
continuò
i
lavori
iniziati
dal
suo
predecessore
completando
il
soffitto
a
cassettoni
della
cattedrale.
Per
la
loro
operosità
vanno
ricordati
anche
Carlo
Berlingieri
(1679-1719),
che
completò
i
lavori
della
chiesa
rifacendo
la
cupola
del
coro
e
buona
parte
della
facciata
che
ancora
oggi
si
può
ammirare.
Chiesa dell’Addolorata
Foto: Prof. Pino Barone
Vescovato
Foto: Prof. Pino Barone
Durante
la
lungaedolorosa
guerra
del
Vespro
la
Metropolia
fu
teatro
di
battaglie
e
distruzioni
ad
opera
degli
Almugaveri,
che
combattevano
al
soldo
degli
Aragonesi,
per
il
fatto
che
gli
Arcivescovi
severinati
furono
sempre di fede angioina.
Si
distinsero
tra
gli
altri
i
fratelli
Ruggero
di
Stefanunzia
e
Lucifero,
che
impugnarono
le
armi
p
er
difendere
la
cittadina
dai
nemici.